martedì 10 giugno 2008

True love will never fade: e noi la tua musica l'amiamo veramente!

E' una di quelle sere che ti ricorderai per sempre. Perchè trovarsi di fronte per la prima volta ad uno dei tuoi artisti e chitarristi preferiti sono emozioni forti e ti ritornano in mente i momenti "platonici" passati insieme prima dell' "incontro fisico". Ed è stato così ieri sera (8 giugno) quando alle 21.30 sul palco allestito in Villa Manin è salito Mark Knopfler storico leader dei Dire Straits e ora solista di successo.
Quanto ho aspettato per vederlo fare il suo famoso fingerpicking sulla sua fender, vederlo muovere le dita sui capotasti della chitarra e creare quel suono inconfondibile che te lo fa subito riconoscere dopo pochi secondi e senza che apra bocca. Eppoi quando la apre la voce è sempre quella: rocca,calda e in un certo senso rassicurante che ti avvolge e ti trascina con lei.
L'ho fatta un pò lunga come introduzione ma le mie emozioni erano quelle, ma passiamo ai fatti: alla musica.
Mark e la sua band spaziano in molti generi buttandosi spesso sul folk/country alla ricerca della radici della musica e delle tradizioni, un pò il lavoro fatto da Springsteen con la Seeger Session, e dimostrano l'eccletticità musicale dei componenti della band ognuno dei quali si alternavano in molti strumenti.
Con "What it is", dopo le prime due del nuovo album "Kill to get crimson", il pubblico esclama "si è lui" perchè il riff iniziale è il classico suo, nessuno altro può farlo! E arrivano i primi applausi convinti.
Dopo una serie di canzoni della sua carriera solista suonate in maniera egregia da una grande band tra cui la dolcissima True love will never fade si arriva AL MOMENTO. Si lo so, immagino che anche a lui magari un pò dia fastidio, ma quelle canzoni insomma sono indissolubilmente nella storia della musica e soprattutto sono sue, insomma parlo delle canzoni dei Dire Straits che strappano un'ovazione incredibile. Propone di seguito Romeo & Juliet e Sultan of swing. Io non avevo letto le setlist precedenti e quindi non sapevo cosa aspettarmi, vedo lui con la Dobro (la chitarra metallica in copertina di brothers in arms) e sento un intro di organo ma ancora non realizzo, poi quando parte l'arpeggio di R&J resto letteralmente bloccato mi guardo le braccia e avevo veramente la pelle d'oca, quante volte mi ha accompagnato nella mia vita, non pensavo proprio di sentirla. Ero là che pensavo a quanta grazia e mi parte Sultan, la gente si entusiasma, cavolo abbiamo la storia davanti e su quelle corde si muove che è un piacere. Volevo che questo momento non finisse mai, è indescrivibile cosa provavo.
Una cosa è sicura quel momento dentro di me non finirà mai, lo ricorderò per sempre.
Si ritorna a pezzi di Knopfler e non dei Dire per concludere la setlist prima dei bis, la band comunque si produce quasi in delle jam session di qualità elevatissima imprezziosite dal pizzichio delle corde di Mark le rende uniche pur nella sua tranquillità e semplicità.
Nel frattempo il cielo dava segnali dubbiosi, piove non piove, piove non piove. Alla fine a parte qualche goccia prevale la clemenza.
Partono i bis ed è ancora Dire Straits con Telegraph road e Brothers in arms, io sono sotto il palco con tutti gli altri che si sono alzati dalle sedie ed il momento è veramente magico. Siamo tutti ammaliati anche dal personaggio, semplice magari di poche parole ma genuino e vero. Dopo Shangri-la c'è spazio per le ultime due e si torna ai vecchi tempi ancora: mi parte So far away ed io esplodo letteralmente, altra che non avrei proprio pensato di sentire e che ascoltavo nei giorni prima del concerto insistentemente. La chiusura è affidata a Going Home, bellissimo pezzo solo strumentale con il quale la band ci saluta dimostrando apprezzamenti per il nostro calore. Nel frattempo uno striscione recita "Mark santo subito", come dargli torto!
Beh direi che come primo incontro non è stato male Mark, penso ci rivedremo :-))

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